Commedia del più famoso “malato immaginario” in scena al Fabbri
14 Febbraio, 2015
Categoria: Cultura ed Eventi
Sala completamente piena. Mentre "Il malato immaginario" impegnava la scena, il suo pubblico occupava tutto il Teatro Fabbri di Vignola.
La commedia di Moliere è stata rappresentata sabato 31 gennaio 2015, e nei panni dei suoi personaggi si sono immedesimati grandi e abili attori. Diretto da Andrée Ruth Shammah, e presentato dal Teatro Franco Parenti, lo spettacolo ha portato sulla scena Gioele Dix nel ruolo centrale del finto malato Argan, attorno a cui ruotano tutti gli altri personaggi: la serva scaltra e fedele (interpretata dalla grande Anna Della Rosa), la moglie falsa in cerca di arricchimento, il fratello saggio, la figlia maggiore, e i tanti medici che ogni giorno trovano nuovi malanni al paziente e gli prescrivono farmaci, tisane, purghe e beveroni.
La situazione iniziale è stabile ed equilibrata. Come in tutte le commedie di Molière, però, non può non accedere qualcosa che smuova l'equilibrio. E così si accende la storia.
La giovane figlia maggiore di Argan desidera sposare un giovane, incontrato da poco, di cui si è appassionatamente innamorata. Tuttavia, il padre preferisce a lui un buon medico, figlio di medici, e il motivo è del tutto utilitaristico: spera di ricevere costantemente le sue cure, di avere a disposizione ogni ora del giorno un medico personale. L'assurdità di questo matrimonio funzionale è per Argan normale e moralmente giusta, tanté che all'ironia sul destino di sua figlia minore risponde che sì, lei sarà moglie di un farmacista perché anche i farmaci siano gratuiti!
La serva e il fratello allora si coalizzano. Con retorica e discrosi, e soprattutto grazie a un piano ingegnoso della donna, riescono a risolvere la situazione: svelano le vere intenzioni della moglie del malato, allontanano il medico pretendente e tutti gli altri medici dal padre, che per la sua esperienza in medicina riceve la laurea in medicina (e può curarsi da sè). I giovani possono quindi realizzare il loro sogno di sposarsi.
Molière intreccia con abilità le trame della storia, e dà origine a una vicenda globalmente unitaria, con inizio e fine. Non mancano le situazioni comiche, che spesso derivano dalla satira sui personaggi. Nella scena di presentazione del medico promesso alla ragazza, è evidente che la sua laurea e sapienza non hanno risolto la sua stupidità: i discorsi che fa sono grandi e pomposi, e allo stesso tempo completamente falsi e vuoti. Il medico diventa la dimostrazione della profonda vacuità di tutti i grandi dottori, che si nutrono dell'ignoranza speranzosa degli altri dando loro risposte altrettanto ignoranti
L'attaccamento del finto malato alla medicina è altrettanto assurdo. Alla vita vera si contrappone la comicità con cui il malato è ingannato da tutti, ignaro di ciò e quindi felice.
È vero che i tempi di Molière erano diversi da questi. La medicina era arretrata, chiusa nelle tradizioni; era ancora un'entità comune a pochi privilegiati. La presa in giro dei laureati è forse esagerata per i tempi attuali. Tuttavia, non è gradevole anche adesso essere curati? Essere al centro dell'attenzione, in momento da dedicare a noi? Difendersi dal disagio del mondo esterno? In fondo, Molière non è così lontano dal nostro mondo. Ecco perché le sue commedie sono sempre successi così divertenti. E se aggiungiamo il talento della recitazione, la mimica spettacolare, l'attenzione ai gesti e ai movimenti di scena degli attori, quello che si ottiene è proprio un bello spettacolo!
Arianna Burzacchi