09 Giugno, 2013
Categoria: Cultura ed Eventi
Seconda serata all’insegna della “commistione”, delle contaminazioni, delle influenza, quella dell’8 giugno al Teatro Ermanno Fabbri per la XV edizione di Jazz In’It.
Sul palco nuovamente l’energia della batteria di Alessandro Paternesi con la sua prima opera da “compositore”. ”Virgolettiamo compositore – dice al microfono – perché per me in realtà i copositori sono altri.”
I suoi “compagni di viaggio” come egli stesso li ha definiti, sono Simone La Maida, Francesco Diodati, Daniele Mencarelli, Enrico Rava, Enrico Zanisi. Insieme formano i P.O.V (Point of view) che presentano “Dedicato”: un’opera che traduce in musica ciò che “è Alessandro Paternesi”, ciò che sente e che è rivolta a tutti coloro i quali o alle situazioni che hanno lasciato un segno nella sua vita. Si passa così da Sound of India ad un brano dedicato a Kenny Werner per assaporare un jazz dall’approccio classico, contaminato dal rock in cui sembra aleggiare lo stile degli Area che affiora dalla chitarra dalle mille sfumature di Francesco Diodati – perché anche la chitarra elettrica è jazz - e dalla batteria dello stesso Paternesi, usata a volte con le mani come strumento di percussione pura.
Tutti musicisti giovani che i migliori critici musicali elogiano con cognizione di causa e che, come Paternesi afferma ringraziando “per merito di associazioni come Vignola Jazz Club si possono esibire presentando le loro opere”.
Un breve intervallo per il cambio palco – la batteria di Paternesi, a sinistra della scena, viene completamente rimossa – e Aristide Sapori presenta la “guest star” della serata: Manu Katché e la sua batteria con Jim Watson a piano e tastiere, Tore Brunborg al sax e Toni Aquino alla tromba.
Dopo la “new generation” del jazz dei Point of view, il cui cambio ritmo a volte coglie impreparati, la diversità del genere è subito percepibile.
Il batterista francese, lungamente al fianco di Peter Gabriel, ma anche di Jan Garbarek, Sting, Herbie Hancock, è un’artista che va “guardato” oltre che ascoltato.
Unisce jazz e fusion con la sensibilità da percussionista e scandisce il ritmo del suo gruppo con “intensità e leggerezza”.
Non risparmia energia mentre “batte” sui piatti eppure appare fresco e rilassato quando in un inglese perfettamente comprensibile saluta il pubblico elogiando l’Italia, il “meteo” e ringrazia la sua “band”.
D’obbligo il bis che comincia con un assolo di batteria (da ascoltare assolutamente per l’uso del pedale sulla cassa) al quale si aggiungono piano piano gli altri strumenti per terminare con l’invito, più che accolto, da Katché al pubblico di accompagnare vocalmente la melodia del sax.
Una serata all’insegna della grande musica che si ripeterà stasera, per l’ultimo appuntamento di questo venticinquennale con i Fresh Fish ad aprire la serata. Il gruppo, formato da Domenico Sanna , Fender Rhodes, Luca Fattorini, contrabbasso, Marco Valeri, batteria, incontra il sax contralto di Daniele Tittarelli.
In chiusura il Trio di Steve Kuhn, con Aidan O’Donnell al basso e Steve Johns alla batteria.
Beatrice Ceci