Serata inaugurale della XV edizione del Jazz'In It il 7 giugno.
08 Giugno, 2013
Categoria: Cultura ed Eventi
Il Festival mantiene la promessa di celebrazione di un "compleanno" così importante mettendo subito sul palco una visione non solo internazionale ma anche inter generazionale.
Si parte dalla hall del Teatro Ermanno Fabbri, che accoglie gli spettatori non solo con l'opera celebrativa del venticinquennale del Festival, ma anche con una mostra, al piano interrato, dove l'opera matura ed indimenticabile del maestro Zamboni si accompagna a quella del figlio e della più giovane compagna.
Una breve introduzione da parte di Aristide Sapori, presidente del Vignola Jazz Club per presentare una serata che unisce diverse sfaccettature del genere e soprattutto veterani, non solo del palco di Vignola ma del jazz internazionale con giovani promesse che secondo tanti critici musicali faranno la storia della musica italiana, non solo quella Jazz.
Ed ecco sul palco il sassofono tenore di Barend Middelhoff è poesia per le orecchie, soprattutto unito al contrabbasso di Paolo Benedettini ed alla batteria di Alessandro Minetto.
Ma ecco che la solidità musicale del trio é esponenzialmente aumentata dal pianoforte del francese Pierre Cristophe.
Tante le mani che tengono il ritmo durante le romantiche ballate. E mentre le note di Africa Beauty lasciano il posto a quelle di Chocolat ci rende conto che il jazz non è fatto solo di udito ma anche di vista: ci si sofferma a guardare le espressioni di soddisfazione dell’uno o dell’altro artista o ci si concentra sui sorrisi di Minetto che sembra suonare cercando ispirazione all’orizzonte.
Ma il jazz è variegato e “multiforme” e le malinconiche composizioni della “band” lasciano il posto a Consonanti, l’ultimo progetto di Giovanni Tommaso.
Presentato alla Casa del Jazz di Roma appena un mese fa è completamente diverso dallo stile ascoltato fino ad un momento primo.
Grazie al sax del giovane Mattia Cigalini, al pianoforte di Enrico Zanisi ed alla batteria di Alessandro Paternesi, “Scioglilingua” e “Orizzonte” strizzano quasi l’occhio al genere prog con un’espressività che, appunto, merita di essere vista. Dediche e citazioni, da Cole Porter ad Armando Trovaioli, per una serata che scivola via in attesa di quella di stasera: appuntamento con i P.O.V(Point of view) di Alessandro Paternesi ad aprire la serata, e, successivamente, il quartetto di Manu Katché, con Jim Watson al piano e tastiere, Tore Brunborg al sax e Toni Aquino alla tromba.
Beatrice Ceci