22 Settebre, 2011
Categoria: Cultura ed Eventi
Intervista a Cristina Donà
Appassionata da sempre di musica, cinema e arte, si è esibita per la prima volta in alcune performance all’inizio degli anni ’90, quando, notata da Manuel Agnelli ha iniziato a collaborare con lui per la produzione del primo album intitolato Tregua. Nel corso degli anni i consensi per questa grande artista sono andati via via aumentando, fino a giungere all’ultimo lavoro Torno A Casa A Piedi, uscito all’inizio di questo 2011 e portato con molto successo in tour. In scena stasera a Vignola, al Teatro Fabbri alle ore 21 per l’inaugurazione del Festival della Poesia, abbiamo intervistato Cristina Donà, una delle cantautrici più importanti della scena nazionale. Prima del concerto, alle ore 20.30 ci sarà Lezione Magistrale di Jacqueline Risset: il discorso pubblico sulla poesia di una intellettuale francese innamorata dell’italiano, di Dante e dell’Italia: parole per intonare la canzone del Festival.
Fabio Busi - Ciao Cristina, domani sera ti esibirai al Festival della Poesia di Vignola; le tue composizioni sono spesso molto poetiche, quanto c’è bisogno secondo te al giorno d’oggi di poesia?
Cristina Donà – Mi viene da dire che c’è molto bisogno di poesia anche se c’è il rischio che poi non venga capita, perchè il linguaggio si sta appiattendo sempre di più. Anche se il linguaggio poetico non è detto che sia difficile, non deve esserlo per definizione, può essere meno diretto del linguaggio narrativo e a volte può diventare incomprensibile. A mio avviso però la poesia ha la capacità di lavorare ancora più nel profondo, come lavoro di ricordi e rimandi soprattutto, perchè in generale la poesia lavora sulle immagini e mi accorgo che quando leggo poesie il mio cervello fa un percorso diverso da quando ad esempio leggo altro. Devo unire dei puntini, che sono le immagini e quindi con la poesia scavo ancora più in profondità e siccome la profondità manca perchè siamo un po’ tutti in superficie ce ne sarebbe un grande bisogno.
FB – In passato hai lavorato con tanti bravissimi artisti, mi vengono in mente fra tutti i La Crus, i Diaframma, Ginevra di Marco, Manuel Agnelli e Cristiano Godano con cui hai cantato una meravigliosa versione di Nuotando nell’aria dei Marlene Kuntz. C’è qualcuno in ambito nazionale o internazionale con cui ti piacerebbe collaborare?
CD – La versione di Nuotando nell’aria con Godano, grazie al web è diventata molto popolare ed è un cimelio di cui vado orgogliosa; ci sono molti artisti e anche molte donne con cui vorrei collaborare. Mi viene in mente Joan As A Police Woman che ho incontrato all’estero. In Italia ci sono molte potenzialità; penso a Deborah Petrina che fa cose molto belle, a Monica Demuru che ha una voce straordinaria. Tra i cantanti nuovi ho scoperto da poco Dario Brunori (Brunori Sas nda) che è abbastanza noto e credo che il suo ultimo disco sia bellissimo. Lui racconta delle storie e lo fa davvero molto bene Mi è piaciuto molto.
FB – A proposito di Brunori e di Deborah Petrina, la musica indipendente in questo momento sta sopravvivendo più che altro grazie alle esibizioni live e alle web radio; quanto credi che al giorno d’oggi in Italia manchi un festival come era ad esempio il Tora Tora o comunque quanto manca qualcosa che dia il giusto rilievo alla musica indipendente?
CD - Manca tanto. Aldilà di quello che possono proporre le major c’è una carenza drammatica di strutture che possano supportare la musica indipendente che poi è suo malgrado tutto ciò che non è televisivo o radiofonico, perchè la si definisce così. Spesso viene vista di nicchia, difficile, invece non è questo. E’ vero che ci sono pochi soldi , ma poi c’è poca voglia di scommettere. In Italia vuoi perchè il mercato è molto limitato, vuoi perchè la cultura è quel che è, di artisti ce ne sarebbero tanti e ciò è un segnale importante ma gli artisti si devono arrangiare. Molti lo fanno ma fino a un certo punto perchè poi ci si scoraggia. In questo momento non so vedere un futuro ma non perchè non ci sarà; ci sarà ma non riesco ad immaginarlo se non come tante piccole realtà che si autoalimentano da sole. Forse come hanno fatto gli Afterhours o gli stessi Radiohead con un autofinanziamento o con un finanziamento diretto da parte del pubblico tramite la rete. Forse però l’Italia non è ancora matura per ciò. Lo vedremo piano piano.
FB – Già il fatto che veniate considerati indipendenti tu, gli Afterhours, i Marlene Kuntz, i Verdena, la dice lunga sulla cultura musicale che c’è oggigiorno...
CD – Guarda ci sono fortunatamente anche radio commerciali un po’ coraggiose, Radio Deejay ogni tanto passa anche cose meno note. Non si dovrebbe però generalizzare, come quando si parla di musica pop che sembra tutta musica brutta, ci sono tanti tipi di musica pop. Il nostro paese non fa niente per alimentare la cultura musicale, per fortuna ci pensano le persone. Se i Verdena e gli Afterhours, che passano poco o nulla in radio, riempiono nei loro concerti e hanno un loro pubblico significa che la gente ha voglia di lavorare da sola, di andarsi a cercare le cose. Internet aiuta parecchio. In tanti però devono capire che la musica va aiutata anche andandosi a comprare i cd o gli mp3. Sono molto contraria al download gratuito e lo sarò sempre, perchè questo è il mio mestiere, il discorso mi sta molto a cuore. Di questi tempi uno può verificare la qualità di un cd in pre-ascolto, se poi decide che è un bel lavoro io credo che 10 o 15 euro per quell’album li possa anche spendere. Poi ci sono tante iniziative gratuite anche come quella di domani a Vignola che danno modo, in un momento di crisi, alla gente di andarsi a vedere uno spettacolo. In generale però l’idea che l’arte debba essere gratuita mi sembra crei un presupposto malato, ma ci sono anche tante eccezioni. Col download gratuito si toglie valore alla musica, poi c’è gente che ne ha hard disk pieni e manco sa di cosa. Dovremmo riprendere a comprare un disco alla volta e ad ascoltarlo dall’inizio alla fine.
FB – Ricordo una tua bellissima canzone, la mia preferita dal tuo repertorio, che si chiama Invisibile. Hai mai desiderato nella tua vita essere invisibile e se sì, in che occasione?
CD – Mi fai venire in mente l’infanzia, perchè quando si è bambini, a parte le fantasie sui Fantastici 4, è una cosa che si desidera sempre. Io mi sono sentita invisibile in tante occasioni, forse perchè l’ho desiderato, ma non in modo perverso per poter spiare, ma per poter vivere delle situazioni senza l’imbarazzo della mia presenza o di dovermi giustificare per qualcosa; questo succede spesso in città, è una delle cose belle della città e della folla che ti permette di essere invisibile perchè sei solo un numero. E’ una cosa che a me piace, poi sarà che io amo mettermi in mostra quando sono sul palco, ma quando sono giù non mi interessa molto l’idea di essere protagonista, quindi sì se sono invisibile va bene....
FB – Che rapporto hai con il tuo pubblico?
CD – Ne parlavo qualche giorno fa con una persona che è venuta a vedere alcuni miei concerti e mi faceva i complimenti per il pubblico. Io ho un rapporto molto bello col pubblico che mi segue. Poi è più facile col web tramite Facebook, ma ancora prima con Myspace e con le lettere scritte a mano quando non esistevano i social network. Ho sempre tenuto molto a mantenere i legami col mio pubblico, non a livelli eccessivi però; non è che riesco a rispondere a tutti, cerco di informarli e renderli partecipi del mio stato d’animo quando sono in tour, perchè mi diverte e perchè mi piace condividerlo. Inoltre essendo stata ed essendo ancora una fan di musica penso sia bello quando c’è la possibilità di condividere col proprio pubblico le nostre emozioni e devo dire che finora è una cosa che funziona bene. Probabilmente il pubblico sarà cambiato perchè con ogni disco mi piace sperimentare, cerco di fare ciò che mi diverte in quel momento e capisco che alcuni cambiamenti possano far perdere anche qualcuno del pubblico. In ogni modo credo che io come ascoltatrice anche se ho abbandonato certi artisti che non mi convincevano più ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale di proporre cose che li divertivano in quel momento.
FB – Bene Cristina, a nome mio e di Vignola Web ti ringraziamo per la tua disponibilità e per le emozioni che ci regali e diamo appuntamento a tutti per domani sera, giovedì 22 settembre alle ore 20.30, presso il Teatro Fabbri di Vignola.
CD – Grazie a voi. Grazie davvero.
Fabio Busi