Savignano sul Panaro e il suo borgo medievale
Il comune di Savignano sul Panaro è posto tra la collina e l’alta pianura, sulla destra del fiume Panaro. Oggi è un comune a tutti gli effetti per il suo numero di abitanti assestatosi intorno ai 9000. Il territorio comunale è molto esteso ed è composto da cinque frazioni: Doccia, Formica, Magazzeno, Garofano, Mulino. Suggestive le dolci colline che fanno da cornice al paese.
Assolutamente da non perdere è l’antico borgo medievale di Savignano Alto, luogo di grande interesse storico ed architettonico. Savignano è da sempre un borgo ricco di storia, di cultura ma anche di tradizioni enogastronomiche di rilevanza nazionale. La sua posizione risulta particolarmente strategia soprattutto in ambito culinario, riesce infatti a porsi come punto di incontro tra i prodotti provenienti dalla montagna come crescentine e borlenghi e prodotti tipici della pianura, come per esempio le paste ripiene.
Se da un parte, Savignano rappresenta un punto di incontro tra pianura e montagna, la sua posizione geografica di confine tra le province di Modena e Bologna ha ulteriormente gioviato alla produzione culinaria del territorio. Il borgo di Savignano da sempre votato all’agricoltura vanta sul suo territorio ben 11 vini DOC e tutta una serie di manifestazione gastronomiche che ogni anno attirano visitatori da tutte le parti dell’Italia. Tra le più significative ricordiamo: “Vino e Dintorni”, che si svolge con l’inizio della primavera, durante la quale si ha la possibilità di partecipare alla Magna Longa ed assaporare i prodotti tipici del territorio.
Donano lustro alla cittadina di Savignano sul Panaro, anche i significativi reperti archeologici conservati in esposizione permanente al Museo Comunale di Savignano, vicino al Teatro “La Venere di Savignano”. Tra i diversi ritrovamenti, quelli meritevoli di attenzione, sono soprattutto lo scheletro completamente ricostruito dell’elefante pliocenico, la statuetta della “Venere”, risalente a paleolitico superiore. Statuetta che incarnava il simbolo di bellezza femminile ormai sorpassato e ritenuto completamente estraneo ai nuovi canoni di bellezza; ed infine un vasi fittile, probabilmente un cratere o anfora attico a figure nere su fondo rosso. Il reperto risale con molto probabilità al V secolo a.C.
Altrettanto meritevoli di attenzione le sculture di Giuseppe Graziosi: il Compianto nella Chiesa Parrocchiale, il monumento ai caduti della 1° guerra mondiale ed il Cristo in bronzo sulla tomba di famiglia.