“LA FONDAZIONE” AL FABBRI: PROFONDITA’ E LEGGEREZZA INAUGURANO LA STAGIONE 2014/2015
16 Novembre, 2014
Categoria: Cultura ed Eventi
Si apre il sipario, al Teatro Fabbri.
Non c'è quasi nulla sul palco, solo un divanetto, uno sfondo arancione, e un uomo. Vestito elegante, seduto. Avrà una settantina d'anni. Ed è sicuramente per lui l'applauso del pubblico, forte e caloroso, che accende tutto il teatro già dai primi momenti.
Inizia così la nuova stagione teatrale 2014/15: l’11 novembre 2014, con spettatori in fermento e Ivano Marescotti sul palco a interpretare il protagonista de "La fondazione".
Lo spettacolo è ispirato all'omonimo libro del poeta e sceneggiatore Raffaello Baldini, amico dello stesso Marescotti. A lui l'autore, prima di morire, ha affidato il compito di mettere in scena la sua "Fondazione": adesso l'opera è davvero sul palcoscenico, diretta da Valerio Binasco.
La storia raccontata è quella di un uomo, senza un nome preciso, ma con una bizzara personalità che lo distingue e determina. Si presenta nel bel mezzo di un discorso con sè stesso sulla superbia dei suoi conoscenti, che affiancano sonno e morte come se fossero fratelli, o che assicurano di aver vissuto altre vite prima di questa. Sono tutte stranezze per lui, legatissimo a questa vita. Infatti, non riesce a buttare via nulla e a separarsi dagli oggetti che ha incontrato durante la sua vita. La sua casa è piena di tappi, bottiglie, ombrelli, carte, ogni tipo di oggetto che lui ha trovato, raccolto e conservato.
Insignificanti per molte persone, tutti questi averi sono di immenso valore per lui; come se gli ricordassero la sua vita, o forse come se fossero concretamente la sua vita. Lasciarli sarebbe come abbandonare una parte di sé, e dimenticarli sarebbe come sparire. La sua raccolta assidua e minuziosa si fonda sul suo tremendo bisogno di non sparire, sul terrore di passare senza lasciare traccia di sè. Una paura così è riconoscibile in ciascuno di noi, più potente e forte che mai da quando il mondo intero, infinito, è diventato il terreno di gioco su cui vivere.
Baldini sarebbe soddisfatto del lavoro di Marescotti. La sua gestualità e la sua mimica non lasciano spazio alla noia, e così il suo monologo riesce ad essere divertente e accattivante. La tragicità del messaggio dello spettacolo è celata dietro i suoi scherzi: dentro ogni frase c'è sempre infatti un aspetto profondo che spinge a riflettere, vero e drammatico sul senso della vita. Ma quando il dialetto si sostituisce all'italiano per poche battute, nel protagonista c'è leggerezza e semplicità, ed è naturale diventare complici di quell'uomo sul palco, così simpatico, così vicino a noi.
Un altro applauso, quindi, è nato spontaneamente al termine della performance con gli inchini di Marescotti e i saluti del suo pubblico.
Per maggiori informazioni sul libro di Baldini: http://www.einaudi.it/libri/libro/raffaello-baldini/la-fondazione/978880619355
Per la presentazione dello spettacolo: http://www.emiliaromagnateatro.com/spettacoli/la-fondazione/
Arianna Burzacchi
Foto Arena del Sole (2012)