22 Aprile, 2014
Categoria: Cultura ed Eventi
Capita, almeno una volta nella vita, di trovarsi di fronte a un poema. Di quelli famosi, del passato, con la struttura di dialogo e la lingua non proprio comprensibile, per questo letti poco e studiati molto. Eppure non è così appagante conoscerlo solo per citazioni, solo per fama, ed escludere quasi tutta la passione e la vita per cui i destinatari delle prime edizioni hanno deciso di renderlo grande ed eterno. Deve pur esserci stato qualcosa di più, dietro alle note sulla grammatica, sullo stile e le possibili fonti..
Ecco. È questo l’obbiettivo che Marco Baliani e Stefano Accorsi si pongono nel loro spettacolo
“Giocando con l’Orlando”. Vogliono trasmettere le stesse emozioni che riempivano gli animi dei cortigiani rinascimentali quando, radunati attorno alla compagnia di attori o al singolo giullare, si appassionavano alle disavventure dei loro eroi.
Il Teatro Fabbri di Vignola li ha ospitati per ben due serate, il 19 e 20 Febbraio 2014, e in entrambi i casi il successo è stato grande.
Del poema ariostesco, sono innumerevoli i ruoli da interpretare e le vicende da raccontare, e la sfida dei due attori è rimamere sul palco solo in due. Due voci narranti e due personaggi che ricoprono tutti i ruoli, passandosi il testimone in modo che la loro presenza risulti complementare e necessaria per la riuscita.
Si salta da una parte all'altra della storia per raccontarne il punto cardine, l'amore, e tutte le conseguenze che ha nella vita dei grandi combattenti. Si viaggia assieme ai protagonisti e agli attori stessi su ippogrifi e navi, tra boschi e campagne, senza mai perdere il filo della storia grazie alla gestualità e espressività dei narratori. Quello trovato da Baliani e Accorsi per il loro racconto è un equilibrio stabile in movimento.
E guai a chi afferma che mancava di comicità! Obbligano al sorriso le frecciatine reciproche tra i due attori, che continuamente si sfidano e confrontano per affrontare gli attuali problemi della società, come lo stereotipo di "donnacolpevole" e "donna oggetto di piacere", ma anche per motivi insignificanti e buffi nella loro inutilità.
A dire il vero, già Ariosto aveva dotato il suo scritto di una trama così arzigogolata che degenera in situazioni divertenti, al limite dell'impossibile. Si pensi solo alle disavventure a cui è obbligato il povero Orlando, innamorato della sua Angelica che lo fugge, così come fugge tutti gli altri innamorati. E la stessa Angelica, salvata da Ruggero, che si era promesso a Bradamante, aveva trovato l'amore in Medoro, un semplice fante pagano, e amandolo aveva condannato Orlando alla follia e Astolfo a un viaggio sulla Luna. Una confusione che non può non far ridere.
Stefano Accorsi sorprende particolarmente rivestendo i panni di Orlando, ormai completamente senza senno e lontano da ogni logica. Non solo l'attore trasmette ciò che prova, ma trasporta i sentimenti di Orlando dentro agli spettatori, facendo provare a tutti la tempesta che infuria in lui.
Non solo un bello spettacolo, quindi, ma anche un bel tentativo di risvegliare la curiosità verso il passato letterario dell'Italia. Ce lo dicono anche loro, in coro, "di correre presto e tosto a leggere la lezione integrale dell'Ariosto". E chissà, forse dopo una visione tanto viva e nuova del poema cinquecentesco, questo desiderio c'è davvero.
Oppure no.
Per la presentazione di "Giocando con l’Orlando" direttamente di Marco Baliani:
http://www.nuovoteatro.com/it/giocandoconorlando/
Arianna Burzacchi